venerdì 1 luglio 2016



Il mio omaggio per te, Elda, perchè tutti ti possano leggere

Elda Barrel era una grande amica di mio padre Edoardo, che ricordo diceva di lei: "E' una brava ragazza".
Nella seconda edizione (privata, riveduta e corretta) del mio libro sono stati aggiunti due brani e uno dei due era suo. Quando nel 2010 le chiesi di scrivere un pezzo mi disse che era troppo occupata, nel 2015 quando seppe che stavo per pubblicare la seconda edizione, mi disse che si era pentita di non aver scritto niente e se era ancora in tempo...
Il suo brano è stato l'ultimo aggiunto di corsa dal mio amico impaginatore. 

Lo riporto qui come ho intenzione di riportare tutto ciò che non c'è nella prima edizione pubblicata in edizione privata, in poche copie (e che quindi molti non hanno), prima che esca la terza e poi la quarta, un work in progress per ricordare oppure far conoscere alcuni dei "sognatori-seminatori-di-idee" che nell'Italia di quel tempo che è già storia, hanno lavorato per un futuro più 'umano' che ancora oggi cerchiamo faticosamente di realizzare.






Il mio ricordo di Edoardo Bresci
di Elda Barrel


Ho conosciuto Edo Bresci nei primi anni '70, non ricordo di preciso in quale occasione, certamente in corso Palestro ad una conferenza della Società Teosofica oppure ad una delle serate informali del giovedì di cui lui era l'animatore. 

Io ero appena allora approdata alla Teosofia e il mio entusiasmo era grande.

Sta di fatto che da subito mi lasciai volentieri coinvolgere nelle attività "minori" del suo lavoro, per esempio ricordo serate passate ad incollare etichette di indirizzi con i nomi degli abbonati alla rivista L'Età dell'Acquario scritti a macchina con la mitica Olivetti Lettera 22, sulle buste con la collaborazione di mio padre che, già in pensione, anche se mal volentieri, a volte mi dava una mano.
E ricordo bene la casa di via Vespucci, quella dell'esordio della casa editrice, e di Isabella bambina!


Edo mi aveva ispirato da subito un senso di fiducia quasi filiale. Ricordo che spesso mi parlava del suo grande amico, il professor Del Boca, col quale era in grande confidenza e che chiamava semplicemente Bernardino. Se avevo qualche problema mi esortava a chiedere consiglio a lui, cosa che altrimenti io non avrei mai osato fare!

Ricordo gli equipaggi che si formavano da Torino per andare ad ascoltare le conferenze del professore ad Alice Castello, a Novara, a Borgomanero e infine al Villaggio Verde.
Ricordo anche con orgogliola fiducia che mi aveva accordato chiedendomi un paio di volte di fare delle traduzioni, fiducia che purtroppo risultò mal riposta poichè non riuscii a portarle a termine in tempo utile se non con l'aiuto di altri... comunque la buona volontà e l'appassionato impegno ce li avevo messi tutti e quel che più conta, quei Quaderni furono pubblicati!

Pur nel suo aspetto tranquillo e a volte quasi dimesso, Edo aveva una verve e un senso dell'umorismo veramente eccezionali. Ricordo ancora bene quel breve viaggio a Firenze per il Primo Congresso Mondiale della Nuova Era, malgrado i mezzi di informazione ufficiali non vi desserro molto rilievo, non si poteva non partecipare a una simile Utopia!


Facemmo insieme solo il viaggio di andata: io, lui e un altro ragazzo del gruppo di Torino.
Noi ci fermammo solo un giorno o due in quell'ambiente stimolante e cosmopolita mentre Edo si fermò più a lungo e più proficuamente e ne tornò entusiasta.
Arrivammo a Firenze in treno e ricordo, come in un flash, la faccia stupita del barista e di qualche avventore quando, con tono molto naturale, Edo ordinò un caffè e... "un panino al cadavere" !!!
In quegli anni nei bar delle stazioni, e non solo in quelli, i panni disponibili erano solo al prosciutto o al salame; tempi ancora duri per i vegetariani in trasferta!

Grazie Edo per quello che hai realizzato a favore di tutti noi.
E grazie anche a te Isabella, per averci rivelato quel che ancora non conoscevamo di lui.



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